domenica 7 aprile 2013

Urbino 2020

Il seguente racconto è stato presentato all'incontro "Urbino 2020" del 6 aprile 2013. Ma Giorgio Borghesi ci ha appena detto che sta meditando di fermarsi a Urbino per qualche altro giorno ancora, perché è convinto che altre cose ci siano da vedere ed esperienze da provare. Forse. Provate a invitarlo a qualche luogo o a qualche iniziativa, è probabile che vi venga a trovare: è un uomo assai curioso e aperto. Questo racconto si propone infatti di accompagnarlo attraverso altre novità che la città di Urbino saprà proporgli. Si tratta insomma di un work in progress a disposizione dell'immaginazione e della progettualità che "Urbino 2020"  ha provato a liberare.
E non preoccupatevi dei costi: sognare non costa nulla.

                                                                  2020 – Urbino è


I giornali dicevano il vero. Giorgio trovò nebbia all’uscita del traforo della Guinza lungo la Fano Grosseto, ma la sua auto sapeva come tenersi a distanza dalle altre e all’uscita di Urbino lo condusse verso il parcheggio di Santa Lucia, dove l’aspettava il posto auto che aveva già prenotato sul sito urbinoparking.it.
Passò sotto al display luminoso che indicava le direzioni verso i parcheggi e il numero di posti ancora disponibili. --Ho fatto bene a prenotare-- pensò --ne sono rimasti davvero pochi--. Si fermò al box delle informazioni turistiche per ritirare le brochures con le manifestazioni in corso e quelle in programma. --Le prenda tutte- gli disse cortese l’addetta --grazie al portale web con gli eventi della città non ci sono sovrapposizioni, così non si perderà nulla --.
Sistemata l’auto, prese il trolley accingendosi a percorrere a piedi i cento metri che lo separavano dall’albergo che aveva prenotato sul web. --Bello farsi questa passeggiata. Sono solo sette anni che manco da Urbino, voglio proprio vedere se è così cambiata come dicono--.
Arrivò infine all’albergo e salì in camera. --Toh, il questionario sul comodino, da compilare alla partenza: anche perché ora non ho tempo, tra poco ho la visita al Palazzo Ducale, prenotata dal sito web della Soprintendenza. Visto che ho già pagato online l’ingresso all’orario che volevo, non devo perdermelo--. Dieci minuti dopo era già in Piazza Rinascimento. Ne avrebbe impiegati la metà se non l’avesse rallentato la contemplazione delle tante vetrine sfavillanti e luminose lungo Via Veneto. Ne contò una trentina --Ma dov’erano, tutti sti locali?-- si chiese --anche il fruttivendolo sembra una boutique!--. Carla, la guida che – naturalmente - aveva prenotato, lo riconobbe subito.
--Salve, signor Borghesi-- gli sorrise. Lui le diede la mano ma guardò lontano.
--Salve… ma… scusi-- disse puntando il dito verso il fondo della piazza --non ci sono più quegli orrendi, variopinti cassonetti dell’immondizia davanti all’Università!--.
--Eh già-- disse la guida --Grazie ai due euro della tassa di soggiorno hanno creato le isole ecologiche interrate e invisibili. Mi dica piuttosto, ha scaricato l’app “UrbinoTurismo” per il suo cellulare?--
--Certo, prima di partire. E‘ la mappa interattiva della città con tutti i luoghi da visitare, collegata a Foursquare e Tripadvisor. Io preferisco lei, ma è bello che si possa scegliere. E forse di cose da scoprire ce ne sono, mi pare che la città sia molto cambiata. Ad esempio non vedo più lo scempio delle auto parcheggiate davanti alla Chiesa di San Domenico. Mi ero sempre chiesto: ma come fa un urbinate a dire di amare la propria città e imbrattare ogni giorno i suoi monumenti?--.
--Già-- disse Carla --è stata importante l’attivazione delle telecamere nell’isola pedonale. Dopo un primo assalto al permesso, l’epifania: a un certo punto il permesso, da status symbol è diventato una vergogna, un insulto alla bellezza. La bellezza non è solo vedere, è anche vivere. Il turismo è aumentato, non solo grazie agli eventi promossi dalle istituzioni e dai commercianti, ma soprattutto da eventi autoprodotti. Da città dell’Utopia, Urbino è diventata la città della fantasia. Gli spazi pubblici ospitano e liberano la creatività. Ci sono luoghi attrezzati per gli artisti di strada, mentre allo speaker’s corner c’è sempre gente che si diverte da matti sia a parlare che ad ascoltare. Così ogni giorno si può venire in centro sapendo di trovare qualcosa. E guardi, passa il trenino!--
--Una gran comodità-- osservò Giorgio --come in tutte le città turistiche, specie quelle con tante salite. Un bel giro panoramico per poi scendere e risalire quando e dove vuoi. Ho saputo che anche a questo gli urbinati erano contrari. Curiosi, questi urbinati. Ho l’impressione che abbiano entrate diverse dal turismo, o qualche rendita vitalizia che li ha resi molli e ostili ai cambiamenti. Chissà.--
--Lasci stare che è ora di entrare a Palazzo Ducale. Anche qui ci sono stati grandi novità. Sul sito ufficiale della Soprintendenza c’è la storia del Palazzo e una scheda per ogni dipinto, con i rimandi intertestuali… un vero tesoro! Da quando c’è questo sito i turisti sono triplicati, perché il 70% di loro decide il viaggio consultando il web.. e se non sei sul web, non esisti. La svolta c’è stata da quando il Ministero ha cominciato  a dare i premi di produttività alle soprintedenze in base al numero di biglietti staccati. Oh, guarda che fila…meno male che abbiamo prenotato--.
Con il biglietto, avrebbe potuto acquistare l’audioguida o un’applicazione specifica per l’Iphone. Ma lui preferiva ancora le relazioni umane e rispettava il lavoro insostituibile delle guide. Il percorso per salire e uscire al piano nobile transitava obbligatoriamente attraverso il bookshop, per cui decise di rimandare gli acquisti al momento dell’uscita. La visita fu assai piacevole. Accanto a ogni quadro, una scheda e un QRcode con la possibilità di memorizzare il dipinto nell’app generale e rileggerselo poi.
--Bello, un museo didattico, umile, destinato anche ai comuni mortali, non autoreferenziale da storici dell’arte, finalmente--. Due ore dopo erano fuori.
--Cos’altro possiamo vedere, ora?-- disse alla guida --tenga conto che ho già visitato la città in passato, mi piacerebbe soprattutto vedere le novità, se ce ne sono--.
--Non c’è che l’imbarazzo della scelta-- disse Carla --venga con me--. Imboccarono Via San Domenico, e dopo pochi metri videro una struttura che a lui sembrò familiare.
--Ma… sembra uno di quei mercati coperti delle bastides aquitane--
--In effetti il principio è quello: questo cortile per quarant’anni era stato ingombrato da lamiere arrugginite che coprivano dei resti romani che nessuno aveva neppure reso visibili o sforzatosi di mettere un cartello. Non solo la solita idea autoreferenziale ed elitaria della cultura, ma anche il disinteresse generale. Un caso di scuola di ignavia e di assuefazione al brutto. Ma finalmente l’anno scorso si è posta una lastra di cristallo sul pavimento per mostrare i resti romani al di sotto, mentre sopra si è creata questa struttura in legno, coperta, che può ospitare più di cento persone. E così i turisti e le gite scolastiche che ogni primavera visitano Urbino hanno un posto per fermarsi, riposare e mangiare. Il pranzo al sacco non è un crimine, ma una scelta--.
--Ma non è finita, venga con me--. Fecero altri trenta metri. --Ecco i giardinetti panoramici. Anch’essi con frammenti di mosaici romani messi sotto vetro e dei bellissimi giardinetti con vista sul Mausoleo dei Montefeltro e sul Monastero di Santa Chiara appena restaurato. La stessa sorte della Fortezza Albornoz: ricoperta di terra com’era una volta e resa di nuovo uno splendido punto panoramico e di svago per turisti e cittadini. Come città rinascimentale Urbino è unica, a questo e non ad altro deve la sua gloria e la sua attrattività. Come resti romani non vale un tubo. Non è venuto mai un cane a visitare i resti romani. Giustamente. Questa autoreferenzialità inutile, dannosa, perniciosa, è stata finalmente messa da parte. La fortuna dell’Italia e di Urbino sta nell’offrire al meglio fantasia e bellezza. Due cose che non ci potranno mai portare via. Alla fine qualcuno se n’è accorto--.
--Brava!-- applaudì Giorgio. La filippica di Carla lo trovava pienamente concorde.
Da lì, scesero via Saffi fino al torrione Volponi. Borghesi rimase sbalordito.
--Questo-- disse scrutando le porte dell’appennino --è uno dei paesaggi più belli del mondo--
--Siamo davanti alla casa di Paolo Volponi che dà il nome al torrione-- aggiunse lei --Nell’angolo, una tavola panoramica incisa sul bronzo illustra i nomi di tutte le vette appenniniche visibili sullo sfondo--.
--Decisamente più bello di tanti punti panoramici che ho visto in Europa-- disse Borghesi.
--La nostra giornata si conclude qui. E’ soddisfatto?-- chiese Carla.
--Certamente, signorina. Urbino è sempre bella, ma sa cos’è cambiato? Ora c’è il senso dell’accoglienza, il turista sente di essere un ospite gradito, al centro dell’attenzione e delle strategie. Mi sono davvero sorpreso nel veder soddisfatti i miei desideri inespressi. Non un pollo da spennare ma un amico ai quale far provare un’emozione. E quando crei queste condizioni, il pollo si spenna da solo! Ma mi dica: com’è potuto succedere?--.
-Mah, è cominciato tutto sette anni fa, a un incontro chiamato Urbino 2020…-
-E che successe, quel giorno?-
-Successe che da quel giorno si mise in moto un movimento di opinione che trasformò la mentalità degli urbinati da conservatrice, resistente a ogni cambiamento, a innovativa e vogliosa ogni giorno di cose nuove. Fu una specie di miracolo- riconobbe Carla -ma accadde perché si vide che un modo diverso di esistere era non solo possibile, ma soprattutto molto più remunerativo-.
Mentre si avviavano verso la piazza, Giorgio notò qualcosa di nuovo anche restando a osservare il selciato.
-Se penso a tutte le buche nelle strade che vedo in altre città.. invece qua non ne ho viste. Dico male o è così??
-Mah, forse ce ne saranno anche, non voglio idealizzare troppo la mia città, ma di certo un sistema di manutenzione efficace è stato trovato. Glielo faccio vedere- Carla aprì l’app dello smartphone e la mostrò a Giorgio. -Vede? Qui c’è la mappa del territorio comunale di Urbino. I cittadini registrati col semplice numero di cellulare possono cliccare su un punto preciso e indicare un problema di manutenzione. Una lampadina fulminata, una frana, una buca e così via. Da quel momento si attiverà una luce rossa sul sito, visibile a tutti, tanto che anche altri potranno cliccare sullo stessa segnalazione aumentandone il livello di priorità. In questo modo l’Ufficio Tecnico del Comune sa dove è richiesto un interventi prioritario e urgente. Dal momento in cui si attiva per risolvere il problema, la luce diventa gialla, per diventare verde al momento della soluzione e scomparire nei giorni successivi-
-Ottima cosa- si compiacque Giorgio, che poi aggiunse -Ma lei ha impegni domani? Questa città mi sta sorprendendo ogni giorno di più. Pensa che avremmo altre cose da vedere, se restassi anche domani?-
Carla si aprì in un largo sorriso
-Ma certo, sarà un piacere accompagnarla. Ho già in mente una sorpresa per lei-
-D’accordo, allora. Ci vediamo domattina alle nove, va bene?-
-Benissimo- rispose Carla mentre era già con la mente al giorno dopo.
La mattina dopo, Giorgio si meravigliò di vedere Carla imboccare via Battisti e disse:
-Ma dove stiamo andando? Questa via non ha mai avuto nulla di particolarmente interessante, per i turisti-
-Certo-sorrise Carla -come patrimonio artistico e archiettonico ha ancora ragione. Ma Urbino aveva un altro straordinario patrimonio: quello delle scuole d’arte, dell’Accademia, delle tradizioni incisorie e calcografiche. Artigiani che hanno creato strumenti preziosi e artisti che qui sono nati o qui hanno trovato luoghi, persone maestri e strumenti per liberare il loro genio-.
E mentre Carla parlava, erano arrivati ormai a metà di via Battisti, così Giorgio, piuttosto che porre nuove domande, poté capire coi suoi occhi quel che la sua guida intendeva. Accanto alla fontana della Barberina, questo gli venne detto esserne il nome, prendeva a risalire una via, con il lato sinistro occupato, senza interruzioni, da una lunga schiera di botteghe artigiane, o almeno così parve di vedere a Giorgio. Arrivati più vicino, si accorse che in quelle botteghe lavoravano degli artisti i quali, approfittando della bella giornata, esponevano i loro lavori. Uno di loro era già al lavoro nel ritrarre una giovane laureata con il tocco in testa e la corona d’alloro.
-Accidenti che bello, sembra una piccola Montmartre-
-Dovrebbe vedere in certe sere d’estate- commentò Carla soddisfatta - la magia delle piccole luci di ogni bottega e quelle dei ristorantini, tra le note di qualche musicista. Un piccolo borgo a sé stante. Si potrebbe dire sì, una piccola Montmartre, ma là ci sono soltanto semplici ritrattisti, mentre qua ci sono anche artigiani che riprendono e tramandano un’antica tekné che soltanto Urbino possiede-.
-Sta continuando a stupirmi. E dovrò fermarmi anche stasera, ho capito!-