E non preoccupatevi dei costi: sognare non costa nulla.
2020 – Urbino è
I
giornali dicevano il vero. Giorgio trovò nebbia all’uscita del traforo della
Guinza lungo la Fano Grosseto, ma la sua auto sapeva come tenersi a distanza
dalle altre e all’uscita di Urbino lo condusse verso il parcheggio di Santa
Lucia, dove l’aspettava il posto auto che
aveva già prenotato sul sito urbinoparking.it.
Passò
sotto al display luminoso che indicava
le direzioni verso i parcheggi e il numero di posti ancora disponibili. --Ho
fatto bene a prenotare-- pensò --ne sono rimasti davvero pochi--. Si fermò al
box delle informazioni turistiche
per ritirare le brochures con le manifestazioni in corso e quelle in programma.
--Le prenda tutte- gli disse cortese l’addetta --grazie al portale web con gli eventi della città non ci sono sovrapposizioni,
così non si perderà nulla --.
Sistemata
l’auto, prese il trolley accingendosi a percorrere a piedi i cento metri che lo
separavano dall’albergo che aveva prenotato sul web. --Bello farsi questa
passeggiata. Sono solo sette anni che manco da Urbino, voglio proprio vedere se
è così cambiata come dicono--.
Arrivò
infine all’albergo e salì in camera. --Toh, il questionario sul comodino, da compilare alla partenza: anche
perché ora non ho tempo, tra poco ho la visita
al Palazzo Ducale, prenotata dal sito web della Soprintendenza. Visto che
ho già pagato online l’ingresso all’orario che volevo, non devo perdermelo--. Dieci
minuti dopo era già in Piazza Rinascimento. Ne avrebbe impiegati la metà se non
l’avesse rallentato la contemplazione delle tante vetrine sfavillanti e
luminose lungo Via Veneto. Ne contò una trentina --Ma dov’erano, tutti sti
locali?-- si chiese --anche il fruttivendolo sembra una boutique!--. Carla, la
guida che – naturalmente - aveva prenotato, lo riconobbe subito.
--Salve,
signor Borghesi-- gli sorrise. Lui le diede la mano ma guardò lontano.
--Salve…
ma… scusi-- disse puntando il dito verso il fondo della piazza --non ci sono
più quegli orrendi, variopinti cassonetti dell’immondizia davanti
all’Università!--.
--Eh
già-- disse la guida --Grazie ai due euro
della tassa di soggiorno hanno creato le isole ecologiche interrate e
invisibili. Mi dica piuttosto, ha scaricato l’app “UrbinoTurismo” per il suo cellulare?--
--Certo,
prima di partire. E‘ la mappa interattiva della città con tutti i luoghi da
visitare, collegata a Foursquare e Tripadvisor. Io preferisco lei, ma è bello
che si possa scegliere. E forse di cose da scoprire ce ne sono, mi pare che la
città sia molto cambiata. Ad esempio non vedo più lo scempio delle auto parcheggiate
davanti alla Chiesa di San Domenico. Mi ero sempre chiesto: ma come fa un
urbinate a dire di amare la propria città e imbrattare ogni giorno i suoi
monumenti?--.
--Già--
disse Carla --è stata importante l’attivazione delle telecamere nell’isola pedonale. Dopo un primo assalto al permesso,
l’epifania: a un certo punto il permesso, da status symbol è diventato una
vergogna, un insulto alla bellezza. La bellezza non è solo vedere, è anche
vivere. Il turismo è aumentato, non solo grazie agli eventi promossi dalle
istituzioni e dai commercianti, ma soprattutto da eventi autoprodotti. Da città
dell’Utopia, Urbino è diventata la città della fantasia. Gli spazi pubblici
ospitano e liberano la creatività. Ci sono luoghi attrezzati per gli artisti di
strada, mentre allo speaker’s corner c’è sempre gente che si diverte da matti
sia a parlare che ad ascoltare. Così ogni giorno si può venire in centro
sapendo di trovare qualcosa. E guardi, passa il trenino!--
--Una
gran comodità-- osservò Giorgio --come in tutte le città turistiche, specie
quelle con tante salite. Un bel giro panoramico per poi scendere e risalire
quando e dove vuoi. Ho saputo che anche a questo gli urbinati erano contrari.
Curiosi, questi urbinati. Ho l’impressione che abbiano entrate diverse dal
turismo, o qualche rendita vitalizia che li ha resi molli e ostili ai
cambiamenti. Chissà.--
--Lasci
stare che è ora di entrare a Palazzo Ducale. Anche qui ci sono stati grandi
novità. Sul sito ufficiale della Soprintendenza
c’è la storia del Palazzo e una scheda per ogni dipinto, con i rimandi intertestuali…
un vero tesoro! Da quando c’è questo sito i turisti sono triplicati, perché il
70% di loro decide il viaggio consultando il web.. e se non sei sul web, non
esisti. La svolta c’è stata da quando il Ministero ha cominciato a dare i
premi di produttività alle soprintedenze in base al numero di biglietti
staccati. Oh, guarda che fila…meno male che abbiamo prenotato--.
Con
il biglietto, avrebbe potuto acquistare l’audioguida
o un’applicazione specifica per l’Iphone. Ma lui preferiva ancora le
relazioni umane e rispettava il lavoro insostituibile delle guide. Il percorso per salire e uscire al piano
nobile transitava obbligatoriamente attraverso il bookshop, per cui decise
di rimandare gli acquisti al momento dell’uscita. La visita fu assai piacevole.
Accanto a ogni quadro, una scheda e un QRcode
con la possibilità di memorizzare il dipinto nell’app generale e
rileggerselo poi.
--Bello,
un museo didattico, umile, destinato anche ai comuni mortali, non autoreferenziale
da storici dell’arte, finalmente--. Due ore dopo erano fuori.
--Cos’altro
possiamo vedere, ora?-- disse alla guida --tenga conto che ho già visitato la
città in passato, mi piacerebbe soprattutto vedere le novità, se ce ne sono--.
--Non
c’è che l’imbarazzo della scelta-- disse Carla --venga con me--. Imboccarono
Via San Domenico, e dopo pochi metri videro una struttura che a lui sembrò
familiare.
--Ma…
sembra uno di quei mercati coperti delle bastides aquitane--
--In
effetti il principio è quello: questo cortile per quarant’anni era stato
ingombrato da lamiere arrugginite che coprivano dei resti romani che nessuno
aveva neppure reso visibili o sforzatosi di mettere un cartello. Non solo la solita
idea autoreferenziale ed elitaria della cultura, ma anche il disinteresse
generale. Un caso di scuola di ignavia e di assuefazione al brutto. Ma
finalmente l’anno scorso si è posta una
lastra di cristallo sul pavimento per mostrare i resti romani al di sotto,
mentre sopra si è creata questa struttura in legno, coperta, che può
ospitare più di cento persone. E così i turisti e le gite scolastiche che ogni
primavera visitano Urbino hanno un posto per fermarsi, riposare e mangiare. Il
pranzo al sacco non è un crimine, ma una scelta--.
--Ma
non è finita, venga con me--. Fecero altri trenta metri. --Ecco i giardinetti panoramici. Anch’essi con
frammenti di mosaici romani messi sotto vetro e dei bellissimi giardinetti
con vista sul Mausoleo dei Montefeltro e sul Monastero di Santa Chiara appena
restaurato. La stessa sorte della
Fortezza Albornoz: ricoperta di terra com’era una volta e resa di nuovo uno
splendido punto panoramico e di svago per turisti e cittadini. Come città
rinascimentale Urbino è unica, a questo e non ad altro deve la sua gloria e la
sua attrattività. Come resti romani non vale un tubo. Non è venuto mai un cane
a visitare i resti romani. Giustamente. Questa autoreferenzialità inutile,
dannosa, perniciosa, è stata finalmente messa da parte. La fortuna dell’Italia
e di Urbino sta nell’offrire al meglio fantasia e bellezza. Due cose che non ci
potranno mai portare via. Alla fine qualcuno se n’è accorto--.
--Brava!--
applaudì Giorgio. La filippica di Carla lo trovava pienamente concorde.
Da
lì, scesero via Saffi fino al torrione Volponi. Borghesi rimase sbalordito.
--Questo--
disse scrutando le porte dell’appennino --è uno dei paesaggi più belli del
mondo--
--Siamo
davanti alla casa di Paolo Volponi che dà il nome al torrione-- aggiunse lei --Nell’angolo,
una tavola panoramica incisa sul bronzo illustra
i nomi di tutte le vette appenniniche visibili sullo sfondo--.
--Decisamente
più bello di tanti punti panoramici che ho visto in Europa-- disse Borghesi.
--La
nostra giornata si conclude qui. E’ soddisfatto?-- chiese Carla.
--Certamente,
signorina. Urbino è sempre bella, ma sa cos’è cambiato? Ora c’è il senso dell’accoglienza,
il turista sente di essere un ospite gradito, al centro dell’attenzione e delle
strategie. Mi sono davvero sorpreso nel veder soddisfatti i miei desideri inespressi.
Non un pollo da spennare ma un amico ai quale far provare un’emozione. E quando
crei queste condizioni, il pollo si spenna da solo! Ma mi dica: com’è potuto
succedere?--.
-Mah,
è cominciato tutto sette anni fa, a un incontro chiamato Urbino 2020…-
-E
che successe, quel giorno?-
-Successe
che da quel giorno si mise in moto un movimento di opinione che trasformò la
mentalità degli urbinati da conservatrice, resistente a ogni cambiamento, a
innovativa e vogliosa ogni giorno di cose nuove. Fu una specie di miracolo-
riconobbe Carla -ma accadde perché si vide che un modo diverso di esistere era
non solo possibile, ma soprattutto molto più remunerativo-.
Mentre
si avviavano verso la piazza, Giorgio notò qualcosa di nuovo anche restando a
osservare il selciato.
-Se
penso a tutte le buche nelle strade che vedo in altre città.. invece qua non ne
ho viste. Dico male o è così??
-Mah,
forse ce ne saranno anche, non voglio idealizzare troppo la mia città, ma di
certo un sistema di manutenzione efficace è stato trovato. Glielo faccio vedere-
Carla aprì l’app dello smartphone e la mostrò a Giorgio. -Vede? Qui c’è la
mappa del territorio comunale di Urbino. I cittadini registrati col semplice numero
di cellulare possono cliccare su un punto preciso e indicare un problema di
manutenzione. Una lampadina fulminata, una frana, una buca e così via. Da quel
momento si attiverà una luce rossa sul sito, visibile a tutti, tanto che anche
altri potranno cliccare sullo stessa segnalazione aumentandone il livello di
priorità. In questo modo l’Ufficio Tecnico del Comune sa dove è richiesto un
interventi prioritario e urgente. Dal momento in cui si attiva per risolvere il
problema, la luce diventa gialla, per diventare verde al momento della
soluzione e scomparire nei giorni successivi-
-Ottima
cosa- si compiacque Giorgio, che poi aggiunse -Ma lei ha impegni domani? Questa
città mi sta sorprendendo ogni giorno di più. Pensa che avremmo altre cose da
vedere, se restassi anche domani?-
Carla
si aprì in un largo sorriso
-Ma
certo, sarà un piacere accompagnarla. Ho già in mente una sorpresa per lei-
-D’accordo,
allora. Ci vediamo domattina alle nove, va bene?-
-Benissimo-
rispose Carla mentre era già con la mente al giorno dopo.
La
mattina dopo, Giorgio si meravigliò di vedere Carla imboccare via Battisti e
disse:
-Ma
dove stiamo andando? Questa via non ha mai avuto nulla di particolarmente
interessante, per i turisti-
-Certo-sorrise
Carla -come patrimonio artistico e archiettonico ha ancora ragione. Ma Urbino
aveva un altro straordinario patrimonio: quello delle scuole d’arte,
dell’Accademia, delle tradizioni incisorie e calcografiche. Artigiani che hanno
creato strumenti preziosi e artisti che qui sono nati o qui hanno trovato
luoghi, persone maestri e strumenti per liberare il loro genio-.
E
mentre Carla parlava, erano arrivati ormai a metà di via Battisti, così
Giorgio, piuttosto che porre nuove domande, poté capire coi suoi occhi quel che
la sua guida intendeva. Accanto alla fontana della Barberina, questo gli venne
detto esserne il nome, prendeva a risalire una via, con il lato sinistro
occupato, senza interruzioni, da una lunga schiera di botteghe artigiane, o
almeno così parve di vedere a Giorgio. Arrivati più vicino, si accorse che in
quelle botteghe lavoravano degli artisti i quali, approfittando della bella giornata,
esponevano i loro lavori. Uno di loro era già al lavoro nel ritrarre una
giovane laureata con il tocco in testa e la corona d’alloro.
-Accidenti
che bello, sembra una piccola Montmartre-
-Dovrebbe
vedere in certe sere d’estate- commentò Carla soddisfatta - la magia delle
piccole luci di ogni bottega e quelle dei ristorantini, tra le note di qualche
musicista. Un piccolo borgo a sé stante. Si potrebbe dire sì, una piccola
Montmartre, ma là ci sono soltanto semplici ritrattisti, mentre qua ci sono anche
artigiani che riprendono e tramandano un’antica tekné che soltanto Urbino
possiede-.
-Sta
continuando a stupirmi. E dovrò fermarmi anche stasera, ho capito!-
I
giornali dicevano il vero. Giorgio trovò nebbia all’uscita del traforo della
Guinza lungo la Fano Grosseto, ma la sua auto sapeva come tenersi a distanza
dalle altre e all’uscita di Urbino lo condusse verso il parcheggio di Santa
Lucia, dove l’aspettava il posto auto che
aveva già prenotato sul sito urbinoparking.it.
Passò
sotto al display luminoso che indicava
le direzioni verso i parcheggi e il numero di posti ancora disponibili. --Ho
fatto bene a prenotare-- pensò --ne sono rimasti davvero pochi--. Si fermò al
box delle informazioni turistiche
per ritirare le brochures con le manifestazioni in corso e quelle in programma.
--Le prenda tutte- gli disse cortese l’addetta --grazie al portale web con gli eventi della città non ci sono sovrapposizioni,
così non si perderà nulla --.
Sistemata
l’auto, prese il trolley accingendosi a percorrere a piedi i cento metri che lo
separavano dall’albergo che aveva prenotato sul web. --Bello farsi questa
passeggiata. Sono solo sette anni che manco da Urbino, voglio proprio vedere se
è così cambiata come dicono--.
Arrivò
infine all’albergo e salì in camera. --Toh, il questionario sul comodino, da compilare alla partenza: anche
perché ora non ho tempo, tra poco ho la visita
al Palazzo Ducale, prenotata dal sito web della Soprintendenza. Visto che
ho già pagato online l’ingresso all’orario che volevo, non devo perdermelo--. Dieci
minuti dopo era già in Piazza Rinascimento. Ne avrebbe impiegati la metà se non
l’avesse rallentato la contemplazione delle tante vetrine sfavillanti e
luminose lungo Via Veneto. Ne contò una trentina --Ma dov’erano, tutti sti
locali?-- si chiese --anche il fruttivendolo sembra una boutique!--. Carla, la
guida che – naturalmente - aveva prenotato, lo riconobbe subito.
--Salve,
signor Borghesi-- gli sorrise. Lui le diede la mano ma guardò lontano.
--Salve…
ma… scusi-- disse puntando il dito verso il fondo della piazza --non ci sono
più quegli orrendi, variopinti cassonetti dell’immondizia davanti
all’Università!--.
--Eh
già-- disse la guida --Grazie ai due euro
della tassa di soggiorno hanno creato le isole ecologiche interrate e
invisibili. Mi dica piuttosto, ha scaricato l’app “UrbinoTurismo” per il suo cellulare?--
--Certo,
prima di partire. E‘ la mappa interattiva della città con tutti i luoghi da
visitare, collegata a Foursquare e Tripadvisor. Io preferisco lei, ma è bello
che si possa scegliere. E forse di cose da scoprire ce ne sono, mi pare che la
città sia molto cambiata. Ad esempio non vedo più lo scempio delle auto parcheggiate
davanti alla Chiesa di San Domenico. Mi ero sempre chiesto: ma come fa un
urbinate a dire di amare la propria città e imbrattare ogni giorno i suoi
monumenti?--.
--Già--
disse Carla --è stata importante l’attivazione delle telecamere nell’isola pedonale. Dopo un primo assalto al permesso,
l’epifania: a un certo punto il permesso, da status symbol è diventato una
vergogna, un insulto alla bellezza. La bellezza non è solo vedere, è anche
vivere. Il turismo è aumentato, non solo grazie agli eventi promossi dalle
istituzioni e dai commercianti, ma soprattutto da eventi autoprodotti. Da città
dell’Utopia, Urbino è diventata la città della fantasia. Gli spazi pubblici
ospitano e liberano la creatività. Ci sono luoghi attrezzati per gli artisti di
strada, mentre allo speaker’s corner c’è sempre gente che si diverte da matti
sia a parlare che ad ascoltare. Così ogni giorno si può venire in centro
sapendo di trovare qualcosa. E guardi, passa il trenino!--
--Una
gran comodità-- osservò Giorgio --come in tutte le città turistiche, specie
quelle con tante salite. Un bel giro panoramico per poi scendere e risalire
quando e dove vuoi. Ho saputo che anche a questo gli urbinati erano contrari.
Curiosi, questi urbinati. Ho l’impressione che abbiano entrate diverse dal
turismo, o qualche rendita vitalizia che li ha resi molli e ostili ai
cambiamenti. Chissà.--
--Lasci
stare che è ora di entrare a Palazzo Ducale. Anche qui ci sono stati grandi
novità. Sul sito ufficiale della Soprintendenza
c’è la storia del Palazzo e una scheda per ogni dipinto, con i rimandi intertestuali…
un vero tesoro! Da quando c’è questo sito i turisti sono triplicati, perché il
70% di loro decide il viaggio consultando il web.. e se non sei sul web, non
esisti. La svolta c’è stata da quando il Ministero ha cominciato a dare i
premi di produttività alle soprintedenze in base al numero di biglietti
staccati. Oh, guarda che fila…meno male che abbiamo prenotato--.
Con
il biglietto, avrebbe potuto acquistare l’audioguida
o un’applicazione specifica per l’Iphone. Ma lui preferiva ancora le
relazioni umane e rispettava il lavoro insostituibile delle guide. Il percorso per salire e uscire al piano
nobile transitava obbligatoriamente attraverso il bookshop, per cui decise
di rimandare gli acquisti al momento dell’uscita. La visita fu assai piacevole.
Accanto a ogni quadro, una scheda e un QRcode
con la possibilità di memorizzare il dipinto nell’app generale e
rileggerselo poi.
--Bello,
un museo didattico, umile, destinato anche ai comuni mortali, non autoreferenziale
da storici dell’arte, finalmente--. Due ore dopo erano fuori.
--Cos’altro
possiamo vedere, ora?-- disse alla guida --tenga conto che ho già visitato la
città in passato, mi piacerebbe soprattutto vedere le novità, se ce ne sono--.
--Non
c’è che l’imbarazzo della scelta-- disse Carla --venga con me--. Imboccarono
Via San Domenico, e dopo pochi metri videro una struttura che a lui sembrò
familiare.
--Ma…
sembra uno di quei mercati coperti delle bastides aquitane--
--In
effetti il principio è quello: questo cortile per quarant’anni era stato
ingombrato da lamiere arrugginite che coprivano dei resti romani che nessuno
aveva neppure reso visibili o sforzatosi di mettere un cartello. Non solo la solita
idea autoreferenziale ed elitaria della cultura, ma anche il disinteresse
generale. Un caso di scuola di ignavia e di assuefazione al brutto. Ma
finalmente l’anno scorso si è posta una
lastra di cristallo sul pavimento per mostrare i resti romani al di sotto,
mentre sopra si è creata questa struttura in legno, coperta, che può
ospitare più di cento persone. E così i turisti e le gite scolastiche che ogni
primavera visitano Urbino hanno un posto per fermarsi, riposare e mangiare. Il
pranzo al sacco non è un crimine, ma una scelta--.
--Ma
non è finita, venga con me--. Fecero altri trenta metri. --Ecco i giardinetti panoramici. Anch’essi con
frammenti di mosaici romani messi sotto vetro e dei bellissimi giardinetti
con vista sul Mausoleo dei Montefeltro e sul Monastero di Santa Chiara appena
restaurato. La stessa sorte della
Fortezza Albornoz: ricoperta di terra com’era una volta e resa di nuovo uno
splendido punto panoramico e di svago per turisti e cittadini. Come città
rinascimentale Urbino è unica, a questo e non ad altro deve la sua gloria e la
sua attrattività. Come resti romani non vale un tubo. Non è venuto mai un cane
a visitare i resti romani. Giustamente. Questa autoreferenzialità inutile,
dannosa, perniciosa, è stata finalmente messa da parte. La fortuna dell’Italia
e di Urbino sta nell’offrire al meglio fantasia e bellezza. Due cose che non ci
potranno mai portare via. Alla fine qualcuno se n’è accorto--.
--Brava!--
applaudì Giorgio. La filippica di Carla lo trovava pienamente concorde.
Da
lì, scesero via Saffi fino al torrione Volponi. Borghesi rimase sbalordito.
--Questo--
disse scrutando le porte dell’appennino --è uno dei paesaggi più belli del
mondo--
--Siamo
davanti alla casa di Paolo Volponi che dà il nome al torrione-- aggiunse lei --Nell’angolo,
una tavola panoramica incisa sul bronzo illustra
i nomi di tutte le vette appenniniche visibili sullo sfondo--.
--Decisamente
più bello di tanti punti panoramici che ho visto in Europa-- disse Borghesi.
--La
nostra giornata si conclude qui. E’ soddisfatto?-- chiese Carla.
--Certamente,
signorina. Urbino è sempre bella, ma sa cos’è cambiato? Ora c’è il senso dell’accoglienza,
il turista sente di essere un ospite gradito, al centro dell’attenzione e delle
strategie. Mi sono davvero sorpreso nel veder soddisfatti i miei desideri inespressi.
Non un pollo da spennare ma un amico ai quale far provare un’emozione. E quando
crei queste condizioni, il pollo si spenna da solo! Ma mi dica: com’è potuto
succedere?--.
-Mah,
è cominciato tutto sette anni fa, a un incontro chiamato Urbino 2020…-
-E
che successe, quel giorno?-
-Successe
che da quel giorno si mise in moto un movimento di opinione che trasformò la
mentalità degli urbinati da conservatrice, resistente a ogni cambiamento, a
innovativa e vogliosa ogni giorno di cose nuove. Fu una specie di miracolo-
riconobbe Carla -ma accadde perché si vide che un modo diverso di esistere era
non solo possibile, ma soprattutto molto più remunerativo-.
Mentre
si avviavano verso la piazza, Giorgio notò qualcosa di nuovo anche restando a
osservare il selciato.
-Se
penso a tutte le buche nelle strade che vedo in altre città.. invece qua non ne
ho viste. Dico male o è così??
-Mah,
forse ce ne saranno anche, non voglio idealizzare troppo la mia città, ma di
certo un sistema di manutenzione efficace è stato trovato. Glielo faccio vedere-
Carla aprì l’app dello smartphone e la mostrò a Giorgio. -Vede? Qui c’è la
mappa del territorio comunale di Urbino. I cittadini registrati col semplice numero
di cellulare possono cliccare su un punto preciso e indicare un problema di
manutenzione. Una lampadina fulminata, una frana, una buca e così via. Da quel
momento si attiverà una luce rossa sul sito, visibile a tutti, tanto che anche
altri potranno cliccare sullo stessa segnalazione aumentandone il livello di
priorità. In questo modo l’Ufficio Tecnico del Comune sa dove è richiesto un
interventi prioritario e urgente. Dal momento in cui si attiva per risolvere il
problema, la luce diventa gialla, per diventare verde al momento della
soluzione e scomparire nei giorni successivi-
-Ottima
cosa- si compiacque Giorgio, che poi aggiunse -Ma lei ha impegni domani? Questa
città mi sta sorprendendo ogni giorno di più. Pensa che avremmo altre cose da
vedere, se restassi anche domani?-
Carla
si aprì in un largo sorriso
-Ma
certo, sarà un piacere accompagnarla. Ho già in mente una sorpresa per lei-
-D’accordo,
allora. Ci vediamo domattina alle nove, va bene?-
-Benissimo-
rispose Carla mentre era già con la mente al giorno dopo.
La
mattina dopo, Giorgio si meravigliò di vedere Carla imboccare via Battisti e
disse:
-Ma
dove stiamo andando? Questa via non ha mai avuto nulla di particolarmente
interessante, per i turisti-
-Certo-sorrise
Carla -come patrimonio artistico e archiettonico ha ancora ragione. Ma Urbino
aveva un altro straordinario patrimonio: quello delle scuole d’arte,
dell’Accademia, delle tradizioni incisorie e calcografiche. Artigiani che hanno
creato strumenti preziosi e artisti che qui sono nati o qui hanno trovato
luoghi, persone maestri e strumenti per liberare il loro genio-.
E
mentre Carla parlava, erano arrivati ormai a metà di via Battisti, così
Giorgio, piuttosto che porre nuove domande, poté capire coi suoi occhi quel che
la sua guida intendeva. Accanto alla fontana della Barberina, questo gli venne
detto esserne il nome, prendeva a risalire una via, con il lato sinistro
occupato, senza interruzioni, da una lunga schiera di botteghe artigiane, o
almeno così parve di vedere a Giorgio. Arrivati più vicino, si accorse che in
quelle botteghe lavoravano degli artisti i quali, approfittando della bella giornata,
esponevano i loro lavori. Uno di loro era già al lavoro nel ritrarre una
giovane laureata con il tocco in testa e la corona d’alloro.
-Accidenti
che bello, sembra una piccola Montmartre-
-Dovrebbe
vedere in certe sere d’estate- commentò Carla soddisfatta - la magia delle
piccole luci di ogni bottega e quelle dei ristorantini, tra le note di qualche
musicista. Un piccolo borgo a sé stante. Si potrebbe dire sì, una piccola
Montmartre, ma là ci sono soltanto semplici ritrattisti, mentre qua ci sono anche
artigiani che riprendono e tramandano un’antica tekné che soltanto Urbino
possiede-.
-Sta
continuando a stupirmi. E dovrò fermarmi anche stasera, ho capito!-
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E semmai avesse avuto necessità di prendere il bus avrebbe potuto acquistare il biglietto comodamente con il suo smartphone.
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